Il blog Hirpus, data la grave
situazione in cui versa l’agricoltura irpina e l’ambiente dell’intera provincia
in generale, ritiene opportuno contribuire alla risoluzione dei suddetti
problemi promuovendo una propria iniziativa denominata Agro Hirpus.
La presente iniziativa si pone i
seguenti obiettivi:
1) difendere e promuovere
l’agricoltura biologica autoctona;
2) difendere e promuovere l’ambiente
del territorio provinciale.
Questi due obiettivi si ritiene
che si possano perseguire, oltre che con una ferrea e costante denuncia di
tutti i casi che minacciano la salubrità dell’ambiente della provincia e le
colture praticate in Irpinia, in particolar modo promuovendo tutta quella serie
di iniziative capaci nei fatti di difendere e accrescere la qualità dell’agricoltura
e dell’ambiente della nostra terra.
È inevitabile, perseguendo
realmente i succitati obiettivi, la totale opposizione alla disumanità che ha
condotto la nostra agricoltura e il nostro ambiente all’attuale stato di
degrado. Ne consegue che l’unico modo opportuno di procedere sia quello di
rispettare la logica propria della natura dell’essere umano, caratterizzata dalla
necessità di rispondere ai bisogni di identità, di solidarietà e soprattutto di
libertà in maniera autentica, perché tale modalità permetterà di costruire
un’effettiva armonia con l’ambiente che ospita gli esseri umani.
Quindi, ciò comporta l’estraniarsi
da qualsiasi compromesso con la logica disumana e i suoi agenti, una logica che
è fondata sulle colonne della falsità e della violenza, maniacalmente affetta
dalla sindrome del controllo a tutti i costi, producendo i risultati che oggi
sono dinanzi a tutti, in particolar modo si pensi alle tecniche di
manipolazione genetica, all’uso di pesticidi e alle famigerate scie anomale
(più comunemente conosciute come scie chimiche).
Inoltre, è necessario estraniarsi
dal compromesso con enti pubblici e privati che sono espressione di disumanità,
tentando di formare nuovi aggregati di cittadini irpini che puntino, allora
volta, alla formazione di enti con una forte prerogativa umanista nel
raggiungere gli obiettivi che qui si pone Agro Hirpus
Continuare ad insistere che dopo
venti anni dall’attentato di via D’Amelio non ci sia ancora ufficialmente un
perché a quella strage è francamente inaccettabile. Nonostante i fatti inerenti
le trattative tra lo Stato e la mafia dei primi anni Novanta abbiano ampiamente
accertato quanto sia accaduto, tutti gli attori che oggi sono impegnati a
commemorare la scomparsa di Paolo Borsellino operano per seppellire una verità
che da anni ormai si è affermata con forza.
Parenti di Borsellino,
associazioni che dicono di opporsi alla mafia, ma che promuovono la logica
massonica, i politici e gli stessi magistrati sono oggi tutti indaffarati a
nascondere il perché Paolo Borsellino è stato ucciso, e soprattutto da chi, chi
sono stati i reali mandanti di quella ennesima strage all’italiana.
L’accusa è certamente grave, ma è
supportata, come sempre da fatti, da atti ufficiali, nello specifico ci si
riferisce alle denunce presentate dal Generale Antonio Pappalardo che sono
cadute più volte nel vuoto, letteralmente ignorate dalla magistratura.
Eppure, Pappalardo ha delle cose
interessanti da dire, quelle del Generale potrebbero essere delle dichiarazioni
estremamente rilevanti ai fini dell’inchiesta sulla trattativa tra Stato e
mafia, e del collegamento tra quest’ultima e la strage di via D’Amelio; e ancor
più interessante sarebbero sicuramente i legami che emergerebbero tra mafiosi,
politici e massoni nostrani e internazionali.
A tal proposito, proponiamo le
dichiarazioni del Generale dell’Arma (nel video presente in questo articolo che
si consiglia di ascoltare per intero), in cui riporta la sua vicenda personale
degli anni delle stragi, gli impliciti legami massonici tra i vari organi dello
Stato, e in maniera molto esplicita che Borsellino fu ucciso perché si oppose a
quella che oggi è ufficialmente definita la “presunta trattativa tra Stato e
mafia”.
Si potrebbe
rispettare la memoria di una persona come Borsellino evitando tante chiacchiere
inutili ed ipocrite, tante manifestazioni vuote, e soprattutto iniziando ad
abbandonare quei atteggiamenti disumani a cui si è tanto abituati, affrancandosi dalla logica del compromesso, cacciando la
testa dalla sabbia, finendo di fare le pecore, i caporali e provare ad essere
ciò che semplicemente si è: degli esseri umani; ma per farlo bisogna avere il
coraggio che ha dimostrato Paolo Borsellino!
La denuncia di quanto in realtà
accade in merito al fenomeno del cinipide del castagno in Irpinia ha prodotto
delle conseguenze abbastanza serie. Nello specifico ci si riferisce al fatto,
di natura sicuramente “casuale” com' è consuetudine in questi casi, che alcuni
giorni dopo la pubblicazione dell’articolo in questione, il fondo di proprietà
della famiglia di chi scrive, nel quale da alcuni anni si sta lavorando per
tentare di sviluppare un frutteto di castagni di nuova concezione, sia stato
oggetto dell’ennesimo incendio doloso.
Tre anni di lavoro e migliaia di
euro sono andati letteralmente in fumo, solo perché chi è protagonista della truffa del cinipide non poteva che
rispondere com’è più consono alla propria natura disumana.
L’atto criminale ha prodotto
allo stesso tempo un doppio danno, perché non solo ha bruciato migliaia di
metri quadri di terreno montano già coltivato con nuove piantine di castagno,
ma ha anche inferto un duro colpo ad un progetto che ha intenzione di costruire
una reale alternativa all’attuale gestione camorrista della coltura del
castagno in Irpinia.
Ma nonostante i danni prodotti,
queste intimidazioni non interromperanno l’attività di denuncia di questo blog,
né tanto meno fermeranno il progetto poc’anzi citato.
A dispetto di quanto sostengono
in molti, chi tenta di portare avanti iniziative di questo tipo non si arrende
davanti agli ostacoli, perché abituato a scavalcarli e ad andare avanti.
Tentare di costruire delle
alternative, serie, che siano autentiche implica necessariamente fare i conti
con una struttura e relativi tirapiedi che si opporranno in tutti i modi
possibili ed immaginabili; quindi si è messo già in conto le reazioni dei
disumani.
Il continuo aggravarsi della
situazione, sia in generale riferendosi al sistema sociale nel suo complesso e
sia nel particolare riferendosi all’ambito agricolo-ambientale irpino, determina
la giusta reazione ad opporsi a tutto ciò e a continuare ad andare avanti e ad
insistere, perché convinti dell’umana bontà della propria azione!
In merito alla questione del
cinipide del castagno (questo è un imenottero che determina la formazione di galle
sui castagni causando una drastica diminuzione dei frutti e nei casi più
estremi causa la morte della stessa pianta) sono state spese molte parole, si
sono tenute innumerevoli conferenze, varati i più disparati interventi, ma
nessuno ha voluto, come sempre, limitarsi ad evidenziare la realtà dei fatti, e
cioè che una risorsa strategica per l’intera Irpinia come le castagne sono
state sistematicamente poste sotto attacco e che, in tale meschino intervento,
c’è stato ed è in atto un’infame speculazione.
Le castagne da millenni caratterizzano
un ampio territorio della nostra provincia ed in alcuni casi sono persino
espressione di altissima qualità, rinomate in tutto il mondo, si pensi alle
castagne di Montella; in tempi di guerre e di povertà estrema le castagne
sono state il pane degli irpini; ma oggi non si esagera a definire le castagne irpine
un frutto a rischio estinzione. Questo “splendido risultato” è stato perseguito
e ottenuto dai soliti attori che, fedeli come sempre solo ed unicamente alla
loro logica disumana, hanno operato in piena sintonia per privare il popolo di
qualcosa che molti (francamente sbagliando) ritengono ormai superfluo.
L’Unione Europea, il Ministero
per le politiche agricole e quello per la salute, i vari assessorati
all’agricoltura, sia a livello regionale, che provinciale e locale, i vari
ispettorati agrari, le facoltà d’agraria di numerose università nazionali e persino
molti castanicoltori stessi si sono resi protagonisti di un autentico crimine.
Ma cercando di andare per ordine, si inizia col ricordare come una patologia
ben nota da oltre trenta anni, come quella del cinipide del castagno, sia stata
fatta volutamente introdurre in Italia alla fine degli anni Novanta. E sempre
omettendo qualsiasi efficace intervento per contenerne la diffusione (cosa più
che fattibile se solo ci fosse stata un’effettiva volontà politica), la
patologia in questione è giunta anche in Irpinia.
Come in qualsiasi altro luogo
dove è giunta l’immane bestia, anche in Irpinia
si sono susseguite le fasi di un’iniziale disperazione, poi di una prima
reazione con il mobilitarsi dei più svariati attori politici e non, tutti
pronti ad ergersi come i difensori dell’agricoltura locale, poi sono susseguiti
gli interventi e la verità in merito alla questione del cinipide si è palesata
in tutta la sua franchezza.
Il reale obiettivo di chi si
nasconde dietro l’Unione Europea è molto chiaro, annientare l’agricoltura
biologica; e una patologia come quella del cinipide rappresenta uno dei modi
classici per colpire, mediante una serie di meccanismi anonimi, l’agricoltura
sana e, allo stesso tempo, la salute delle persone. Si afferma ciò perché come
sempre operano i disumani, dietro ad una parvenza di bontà, che nel caso in
questione è costituito dalla lotta biologica con l’introduzione di un insetto
antagonista (un altro imenottero, il torymus sinensis, che si alimenta di
cinipide), allo stesso tempo il Ministero della salute ha consentito che i
castagni fossero trattati con dei prodotti altamente tossici come il Karate
Zeon (la cui efficacia effettiva nella lotta al cinipide è pari allo zero e le
relative procedure per far rientrare tale prodotto tra quelli consentiti è
stata una totale forzature degli atti normalmente previsti dalla legge); ed
inoltre, in altra sede lo stesso ministero ammette l’elevata incidenza tumorale
del prodotto in questione.
Ma ciò è stato solo l’inizio, perché
con l’autorizzazione da parte del Ministero per un unico e solo trattamento si
è scatenata, da parte di innumerevoli castanicoltori locali, un’azione
selvaggia con l’impiego massiccio dei suddetti prodotti fitosanitari, spesso
acquistati sul mercato nero e utilizzati senza le dovute precauzioni. Il
risultato, nei peggiori dei casi, è stata la morte delle piante di castagno, la
morte di una parte consistente degli insetti impollinatori e degli insetti
inibitori, e l’aver reso il relativo sottobosco un campo di morte.
A tutto ciò si aggiungono
l’ennesime truffe sia in merito ai fondi stanziati dagli enti pubblici per
contrastare il cinipide, che sistematicamente vanno a finire ai soliti
commercianti pseudo castanicoltori che pubblicamente si vantano di aver
trattato con i prodotti precedentemente citati le proprie piante (e poi le
spacciano sul mercato come prodotto biologico); e sia per ciò che riguarda il
mercato degli insetti inibitori, dove si registra di fatto un monopolio che
consente di speculare in maniera indegna.
Oggi, non contenti di quanto
realizzato fino a questo punto, sempre i soliti protagonisti di questo crimine
si stanno preparando per l’ennesima truffa, giusto per annientare quanto si è
riuscito a salvare fino adesso. Nello specifico, a detta dell’assessore
all’agricoltura della Regione Lazio esiste un fungo che già è presente in
natura e che oltre ad attecchire sulle castagne sarebbe in grado di attaccare
anche le galle del cinipide del castagno, e si vorrebbe provare ad intervenire
su tale fungo aumentandone la sua azione, anche se non si comprende bene come
poi si possano salvare le castagne e far attaccare da questa mussa le sole galle.
Alcuni sostengono che con un’azione combinata tra mussa e ciò che dovrebbe
annientare la stessa, se eseguiti in specifici periodi e particolari modalità
si possa avere un risultato accettabile, pur dovendo sottoporre a continui
trattamenti le piante di castagno, e in questo consisterebbe la nuova truffa,
condannare in un modo o in un altro la coltura del castagno al costante trattamento
chimico. Si vedrà, certo è che qualcosa bolle in pentola, e i precedenti non
fanno ben sperare, ma soprattutto i funzionari dei vari enti pubblici continuano
ad avere un comportamento molto strano in merito a queste notizie, che fanno
fatica a trapelare e sono, come sempre, ben celate e condivise con i soli
soggetti che andranno a beneficiare dei cospicui fondi stanziati per i vari
interventi previsti.
Comunque, lo scenario nel suo
complesso è francamente tragico, ma è doveroso reagire e tentare di preservare
i castagni e il suo nobile frutto. Tra le poche certezze, in questo clima di
mistero, è che bisognerà cambiare le modalità di gestione dei frutteti in
maniera tale da consentire agli operatori di intervenire con maggiore facilità
e mantenere viva la tradizione della coltura biologica della castagna irpina. Inoltre,
è opportuno affrancarsi dalle istituzioni e da quei privati che non hanno mai
compreso il reale spirito e valore identitario insito nella coltura della
castagna, ma anzi si sono resi sempre protagonisti di condotte poco onorevoli,
basti pensare all’espressione: “Castagne lavorate a Montella”, che esprime la
falsità e la violenza proprie di chi ha una natura disumana.
La drammatica situazione in cui
versa la nostra provincia in questo periodo, conferisce maggiore risalto allo
stato di totale degrado dei servizi sociali irpini. Un ambito questo
caratterizzato sin dalle sue origini da specifici elementi quali: la
corruzione, gli abusi di potere, i favori e dalla totale incapacità dei
dirigenti e degli operatori impiegati nella varie strutture; perché la sua reale funzione non è stata e non
è, paradossalmente, quella di fornire un supporto a tutti coloro che hanno un
effettivo bisogna, ma invece è quella di contenere e aumentare lo stato di
necessità di tutti coloro che vivono un particolare disagio, in un sistema
sociale che è basato sostanzialmente sul principio dell’escludere e non
dell’includere.
Partendo dal quadro normativo che
disciplina le varie attività che rientrano nei cosiddetti servizi sociali,
dalla carta costituzionale fino alle ultime leggi approvate in materia, la
situazione sembrerebbe più che buona, ma la realtà nega integralmente quanto
previsto dalla legge. Principalmente sulla base della scusa della cronica
mancanza di denaro, la stragrande maggioranza degli interventi previsti dalla
legge non sono realizzati. E già il fatto che il famigerato “Stato sociale”
debba dipendere da un meccanismo economico monetario fondato sul debito e sull’interesse,
la dice tutta sull’effettivo boicottaggio sistemico dei servizi sociali. Ma al di là degli aspetti generali della
questione, quelli che fanno più orrore sono gli aspetti specifici con cui le
persone finiscono col rapportarsi quotidianamente, quando vivono determinati
tipi di problemi. In particolare ci si riferisce agli operatori e i dirigenti
che si permetto di speculare sulla disperazione chiedendo dei “regali” per
realizzare ciò per cui sono già pagati, e spesso anche più del dovuto data la loro
totale impreparazione; ci si riferisce alla qualità di quei pochi servizi
forniti, che mancano della giusta professionalità e motivazione; ci si
riferisce alla faziosità politica con cui sono pianificati ed implementati gli
interventi, quando determinati tipi di attività dovrebbero essere totalmente
svincolati dalle ideologie politiche. Certamente ci sono delle eccezioni, ma
queste rimangono tali in un quadro generale decisamente pessimo.
Da molti anni a questa parte un
ruolo rilevante in merito ai servizi sociali è svolto (a livello locale) dai
vari Piani di zona, i quali sono degli autentici carrozzoni politici, la cui portata
disumana non ha pari, il cui fine non è quello di fornire servizi ai bisognosi,
ma quello di sostenere i vari gruppi di potere locale che dispensano posti di
lavoro, favori ad amici e compari e contribuisco ad alimentare il ben noto
mercato elettorale. Anche solo dall’analisi dei fatti accaduti negli ultimi
mesi nella provincia irpina si può facilmente dedurre che la situazione è come
la si descrive e solo chi è direttamente coinvolto non ammetterebbe mai che nei
Piani di zona tutto si fa tranne che degli interventi di solidarietà:
spartizioni di poltrone, concorsi pilotati, fondi gestiti non per pagare i
servizi, ma per riempire le tasche di dirigenti assunti su diretta segnalazione
politica e tante altre belle cose che dirottano quei pochi denari ancora
disponibili a foraggiare la macchina della corruzione, invece di cercare
veramente di affrontare l’infinita serie di disagi presenti in provincia.
Un approccio più che elementare
alla questione del disagio sociale fornirebbe risultati nettamente migliori se
solo fosse affrontato con uno spirito umano, rispettoso del disagio del
prossimo e con l’adeguata professionalità, impiegando tecniche sia qualitative
che quantitative, e spinti dalle giuste motivazioni. Ma è ben nota la natura
del sistema sociale in cui ci si trova, un sistema che si oppone totalmente
alla risoluzione dei problemi delle persone perché si alimenta del loro
disagio. E le cose non cambieranno, non miglioreranno se il popolo continuerà
ad assumere un atteggiamento egoista, se le persone non inizieranno a
mobilitarsi per costruire un sistema rispettoso dell’autentica natura dell’essere
umano, perché l’unica alternativa possibile all’attuale squallore passa dalla
mobilitazione dei singoli per un impegno di solidarietà generale vero; in altri
termini, l’unico vero modo per risolvere le questioni individuali è quello
dell’autentica solidarietà sociale, della solidarietà più ampia e generale
possibile che non si abbassa al vile compromesso con la disumanità; ma per fare
ciò bisogna essere oggi più che mai degli uomini e non delle pecore.
Solo chi aderisce a delle
organizzazioni dedite alla pedofilia poteva concepire ed attuare un tipo di
attentato come quello perpetrato sabato scorso a Brindisi. È sempre la solita
ed impunita mano invisibile che ha operato per ricordare più cose, e cioè che
il popolo è ostaggio di un gruppo di disumani di cui non si conosce la vera
identità; che queste pseudo persone possono diffondere il terrore come e quando
vogliono, come hanno sempre fatto; che non potevano celebrare se non a proprio
modo la ricorrenza dei venti anni da un altro loro grande capolavoro, come la strage di Capaci.
Si potrebbe anche affermare che gli
autori hanno firmato la strage, come sempre, con un simbolismo ormai noto,
infatti il giorno dopo molti quotidiani accompagnavano la notizia
dell’attentato con una foto in cui erano presenti delle rose; ma sarà
sicuramente stato un caso, così come il luogo scelto, una scuola intitolata
alla coppia Falcone, così come il tempo, giusto venti anni dopo alla strage di
Capaci, così come al fatto che l’esplosione non sia avvenuta quando sarebbe
dovuta passare proprio dinanzi all’istituto Morvillo Falcone la carovana di
“antimafia, ma pro massoneria”; è giustamente tutto un caso.
Ma se i disumani celebrano le
loro ricorrenze sacrificando persone o peggio dei bambini, qui oggi si vuole
ricordare la memoria di una persona come Giovanni Falcone evidenziando alcuni
casi che sono vere battaglie di libertà, portate avanti in maniera autentica, in
solitaria, con le istituzioni veramente contro, che osteggiano e si palesano
per quello che veramente sono, così come fece un magistrato che scelse di fare
l’uomo e non il massone, come gli altri magistrati suoi colleghi. Perché la
guerra di Falcone era contro la massoneria e non semplicemente contro la mafia,
perché si voleva colpire il cuore, il vero vertice di una struttura in cui la
famigerata M.A.F.I.A. (Mazzini Autorizza Furti Incendi e Attentati) non è altro
che manovalanza i cui vertici sono tenuti a fare si dei riti, ma per aderire
alla massoneria e a rispettarne le regole e la logica disumana (quest’ultima il
vero fulcro del male) altrimenti mai potranno fare i capi mafiosi, i boss.
Il primo caso riguarda Frediano
Manzi, Presidente dell’associazione SOS Racket e Usura, una persona che pochi
mesi fa ha fatto un vero sciopero della fame rischiando la pelle, per difendere
i diritti di migliaia di persone vittime
del racket e dell’usura, e da sempre è oggetto di un’infinita serie di
attentati alla sua persona e alle sue imprese. Tra le ultime intimidazioni
Manzi ha subito un ferimento a colpi di arma da fuoco ed è stato speronato da
un’altra macchina mentre percorreva una strada di Cesate. E la cosa grave, ma
reale, è che ad una persona in questa situazione la Commissione Antimafia
di Milano ha rifiutato di fatto un servizio minimo di protezione.
Secondo ed ultimo caso è quello
di Lidia Undiemi e della sua lotta contro l’ESM, che
sarebbe l’ennesima trovata dei burocrati di Bruxelles
per scippare gli ultimi scampoli di sovranità economica - monetaria dei vari
stati aderenti, dietro la scusa che questo trattato permetterà di salvare
l’economie nazionali da possibili fallimenti monetari. Lidia Undiemi è
un’economista siciliana che fino a poco tempo fa militava nell’Idv e da cui è
fuoriuscita per protesta, causa il mancato sostegno alla sua proposta politica
volta a fermare questo ennesimo scempio perpetrato dai soliti camerieri
presenti nel parlamento italiano.
Le battaglie di Frediano e di
Lidia ricordano la situazione in cui si è trovato Giovanni Falcone, dover
combattere una battaglia avendo contro quelle persone e quelle istituzioni che
dovrebbero veramente aiutarti e non ostacolarti in maniera continua e
sistematica, se e solo se quelle persone e quelle istituzioni fossero sane,
fossero umane, ma non lo sono! Non lo sono perché le istituzioni, che dovrebbero
proteggere un cittadino impegnato in prima linea alla lotta agli sgherri
mafiosi, hanno praticamente dichiarato la sua quasi condanna a morte; non lo
sono perché un partito come l’Idv, invece di sostenere la più che giusta
battaglia di una cittadina italiana, preferisce personaggi come Leoluca
Orlando (divenuto sindaco di Palermo per l’ennesima volta), che a suo tempo si
oppose con forza all’operato di Giovanni Falcone (e questo dovrebbe far capire
molte cose). Ma è nota la potenza disumana, un sistema che fagocita tutto e
tutti, a cui soccombe la stessa figura di Falcone, oggi venerato nelle
pubbliche manifestazioni dagli stessi suoi assassini. Una quantità smisurata di
falsità, tonnellate di falsità, gentilmente offerte dalla parvenza delle pezze
arcobaleno agitate da mani lebbrose.
In Irpinia il numero dei decessi
legati al disagio sociale non diminuisce, negli ultimi quaranta giorni si
contano ben quattro suicidi (di cui uno molto sospetto, in quanto assume tutte
le forme di un omicidio) ed una morte per overdose. Il fenomeno, che il capo
del governo italiano in carica si è permesso di affermare che rientra nei
normali livelli della vita di tutti i giorni, ha registrato un consistente aumento proprio
in questo periodo caratterizzato da una crisi economica - sociale che non ha
precedenti.
La reale natura e portata del
fenomeno in questione è da sempre minimizzata, come è stato già più volte documentato
dai precedenti articoli. Continuare ad affermare che il tutto è normale rincorre
lo storico obiettivo di sedare a monte possibili rivolte, e remote possibilità
che il popolo comprenda le reali cause e provveda ad organizzarsi. I timidi
tentativi, che si sono registrati nelle ultime settimane a livello nazionale,
di possibili reazioni all’elevato numero di suicidi esprimono la gravità della
situazione, ma ancor più dimostrano una sostanziale incapacità da parte del
popolo ad un’umana rivolta.
Aver costituito un movimento
anti-equitalia, aver manifestato solidarietà ai familiari delle vittime ed
essersela presa con la politica istituzionale, finendo casomai con il votare il
MoVimento 5 stelle nelle ultime amministrative, sono tutti palliativi, sono tutti
delle valvole di momentaneo sfogo che continuano a mantenere lo stato attuale
delle cose e ad aggravarlo. C’è molta confusione e disorientamento; situazione
ideale per chi deve portare avanti i propri progetti di dominio.
Eppure l’alternativa c’è, c’è
sempre stata, ma non la si potrà vedere se si continua ad accettare che questo
sistema sociale, che ribadiamo essere prevalentemente disumano, sia normale,
sia il meglio che si possa realizzare. Se per la gente è veramente normale che
una persona si suicida perché la mancanza di denaro gli scippa ogni prospettiva
di vita, vuol dire che la disumanità è veramente ad un passo dal divenire
assoluta.
Ma la cosa più orrenda della
disumana “normalità” è la spudoratezza con la quale opera chi realizza
materialmente gli interventi politici che successivamente andranno a fabbricare
morti, mediante la freddezza di meccanismi anonimi quali sono quelli del diritto
e dell’economia. È sufficiente pensare alle conferenze stampa tenute
dall’attuale governo italiano; e forse oggi, dopo tutti questi suicidi, quelle
lacrime accompagnate alla parola “sacrifici” (umani e non semplicemente
economici) hanno raggiunto il loro vero significato!
Il MoVimento 5 stelle, in
questo momento storico, è la formazione più pericolosa e disumana presente
sullo scenario politico italiano. Si afferma ciò, non perché il movimento in
questione rappresenta agli occhi di molti un’alternativa alla politica
tradizionale basando la propria azione su un forte sentimento di antipolitica,
fomentato ad arte dai soliti burattinai, ma per il fatto che il reale obiettivo
perseguito da chi ha voluto creare questo movimento in Italia è quello di
contribuire alla realizzazione del progetto politico "Gaia", cioè la disumanità
assoluta sulla Terra!
Tentando di andare per ordine e
di mantenere un atteggiamento tendenzialmente quanto più oggettivo possibile,
si tenta di dimostrare quanto sopra affermato.
Ogni qualvolta si prova a fare
un’analisi sociale, politica, economica o di qualsiasi altro fatto umano,
trascurare sistematicamente la componente massonica, data la stessa
conformazione della nostra struttura sociale, che è appunto piramidale, rappresenta il primo grande errore di ogni
ragionamento.
Inevitabilmente, quindi, bisogna
partire da quello che è l’assioma di questa dimostrazione, da quello che è un
dato di fatto, e cioè che esiste la massoneria, che la sua natura è disumana e
che il suo obiettivo finale è l’affermazione della disumanità assoluta sulla
Terra.
Fatta questa doverosa premessa,
ora bisogna evidenziare:
1) il legame del MoVimento 5 stelle con la massoneria;
2) la natura disumana del MoVimento 5 stelle;
3) i reali obiettivi perseguiti
dal MoVimento 5 stelle.
Primo punto
Il MoVimento 5 stelle è una creatura
della Casaleggio Associati; questa è un'azienda di consulenzastrategica di Rete per le aziende e che realizza Rapporti
sull’economia digitale nazionale. Tra i suoi clienti più famosi ci sono Antonio
Di Pietro e Beppe Grillo, e sua caratteristica prevalente è che definisce non
tanto la forma di quello che i suoi clienti devono comunicare nella Rete e non,
ma quanto il contenuto di quello che bisogna trasmettere agli utenti. Il suo
legame con la massoneria internazionale è presto detto, questa azienda fa capo
alla Enamics, una società statunitense
fondata nel1999, leader delBusiness Technology Management
(BTM). Questa, a sua volta, è il consulente di
potentissime multinazionali (si legge enti paramassonici) come: Pepsico,
Northrop Grumman, Dipartimento del Tesoro USA, BNP Paribas, American Financial
Group, e la banca d’affari JP Morgan, che rientra nell’impero dei Rockefeller,
famosi per la loro palese adesione ai vertici della massoneria mondiale.
A
livello nazionale il legame tra il movimento e la massoneria sembra essere ancora
meno evidente (caratteristica della massoneria è operare nell’ombra, mediante
enti sociali molto grandi rapportati gli uni agli altri con infinite serie di
scatole cinesi), però sintomatici sono il sostegno da parte di alcuni media, in
particolare Il Fatto Quotidiano, LA 7 e molte trasmissioni di Rai Tre. Se poi
si analizza la storia di alcuni dei cinque membri che compongono la suddetta
azienda, il legame si palesa con estrema franchezza.
In
altre parole, il movimento gode di una particolare protezione giudiziaria e di
una visibilità mediatica molto sospetta, e che sinceramente non ci sarebbe se non
ci fosse di fatto la volontà della massoneria nazionale.
Infine,
il legame è sottolineato anche dai simboli. La maggior parte della gente non
conferisce elevata importanza ai simboli, ma i massoni sono a dir poco
maniacali nell’assegnare, marcare le proprie creature e le proprie azioni,
proprio perché non possono mai mostrarsi direttamente come gli autentici autori
di ciò che di disumano avviene nella società. Il marchio conferito al movimento
in questione gira tutto intorno al numero 5. Questo in ambito esoterico
significa passaggio, movimento (appunto), elevazione ad uno stadio superiore
(cioè alla disumanità assoluta). E nella simbologia del movimento è rimarcato
più volte, perché cinque sono le stelle, le stelle sono a cinque punte
(storico, tradizionale simbolo per antonomasia della massoneria) e cinque è il
numero romano “ V “ messo in evidenza nella parola “MoVimento”; inoltre, l’espressione
“Mo-V” è un altro tipico modo di firmarsi della massoneria.
Secondo punto
Per definire la natura massonica,
e quindi disumana, del MoVimento 5 stelle è necessario sottolineare gli
elementi di ipocrisia e di effettiva natura violenta presenti nell’azione
politica del movimento.
La portata di ipocrisia è a dir
poco consistente. Non c’è un minimo di verità nelle tesi sostenute da questo
movimento. Tutte le affermazioni nascondono l’esatto contrario di ciò che si
vuole nei fatti realizzare, cioè una società assolutamente disumana.
È difficile cogliere questa
essenza ambivalente, perché la parvenza di umana bontà, conferita dall’apporto
dei suoi militanti, copre molto bene i reali fini dei burattinai del movimento.
Ma questo non è un fenomeno nuovo, per ottenere la realizzazione dei propri
fini i massoni hanno sempre arruolato agenti convinti della bontà della propria
azione. Giusto per citare qualche esempio storico, è sufficiente pensare ai
liberali durante la
Rivoluzione francese, ai militanti fascisti degli anni Venti
e agli stessi militanti comunisti nelle varie rivoluzioni compiute in tutto il mondo
in nome di una giustizia sociale che poi si è sempre dimostrata per quella che
veramente era: l’ennesima illusione massonica.
Quindi, il rifiuto per la politica
tradizionale; la patologica esaltazione delle potenzialità della Rete; la
condanna dei media classici (senza però sottolineare l’elevata visibilità che
questi gli forniscono, per i motivi precedentemente esposti); il conferire agli
organi giudiziari un’importanza assoluta, perché i condannati in via definitiva
non hanno diritto di fare politica (come se poi gli organi giudiziari non
fossero espressione del potere massonico, invalidando il valore stesso delle
sentenze, perché manipolate nel 99% dei casi); sostenere la cosiddetta “energia
verde”; l’apertura alla moneta elettronica (che indirettamente significa dire
si ai bio-chips), l’esaltazione dei nuovi mezzi di trasporto, sono tutti
obiettivi che apparentemente perseguono il bene dei cittadini, ma che nei fatti
andranno ad imprigionare l’essere umano, come mai prima, in una struttura
assolutamente disumana, obbligando le persone a far parte di un sistema senza
il quale non potranno soddisfare nessun tipo di bisogno, se non alle condizioni
imposte dal sistema stesso.
Se per ipocrisia qui si è inteso
l’affermare qualcosa, ma perseguire nei fatti l’esatto contrario; per violenza
si intende negare l’autentica natura dell’essere umano ed imporre a questo una
realtà ad esso estranea. Ciò può essere dimostrato principalmente dagli accenni
del tipo di società che vogliono realizzare, ma anche dal modo in cui il
movimento oggi si relaziona con le persone e gli altri enti sociali,
ritenendosi depositario dell’unica alternativa politica oggi presente in
Italia, camuffata dalla pseudo partecipazione democratica della Rete. E non a
caso, il tarkett politico prevalente di riferimento del MoVimento 5 stelle è
quello dei cosiddetti “neo-comunisti”, maestri nel ritenersi
dispensatori di verità assolute e di una cattiveria viscida e subdola (questi,
data la loro natura, da sempre i migliori agenti massonici presenti sulla
piazza).
Terzo punto
Il reale obiettivo del MoVimento
5 stelle è fornire, a livello nazionale, il proprio cospicuo contributo al
raggiungimento di quella struttura sociale che la massoneria internazionale
persegue da secoli. Quindi, praticamente il movimento non è una vera alternativa,
ma è estremamente in linea con la tendenza internazionale che punta al pieno
raggiungimento della società dei “morti viventi”.
In merito non ci sono fatti
espliciti, né ci sono documenti ufficiali o atti certificati (certificati poi
da chi? Dagli stessi notai massoni?), ma bisogna saper leggere tra le righe
delle opere di persone che sono estremamente
vanitose e che non lasciano mai nulla al caso, ma anzi sono particolarmente
meticolose e dimostrano sempre di avere un amore universale per la conoscenza,
in particolar modo per le scienze umane, e amano scrivere, comunicare anche se
non in maniera esplicita.
E nel caso specifico, la
dimostrazione che il MoVimento 5 stelle persegue il suddetto obiettivo è data
dall'adesione della Casaleggio Associati al progetto “Gaia: il
futuro della politica” (in merito si consiglia la visione integrale del video
qui presente). Il video in questione esprime in
maniera al quanto fantasiosa l’evoluzione della politica mondiale dei prossimi
40 anni, ma quello che potrebbe sembrare un cartone animato per malati di mente
è la reale intenzione di un movimento che, come riporta il video, punta a: “… creare
una rete mondiale denominata Earthlink, e per essere tu devi essere in questa
rete o non avrai identità!”.
Inquietante! Certamente, ma
questa è la tendenza che va per la maggiore tra i governanti del mondo!
Raggiungere finalmente la società in cui i massoni, i disumani più alti in
grado non dovranno più nascondersi, per questo motivo nel video si afferma che
non esisteranno più le società segrete! Esisterà un unico grande sistema
mondiale, gestito direttamente dal voto di ogni singola persona! Bello, ci sarà
la democrazia diretta; peccato, però, che sarà una democrazia diretta passiva,
e non attiva con persone effettivamente libere di scegliere!
In conclusione, qui si è voluto
tentare di dimostrare che c’è ben poco, anzi proprio nulla di buono in un
fenomeno politico e sociale che è l’ennesimo prodotto della massoneria. E che,
quindi, bisogna ricercare l’alternativa alla disumanità in maniera diversa.
Bisogna sistematicamente sospettare di tutto ciò che viene promosso dalla
massoneria, dai suoi affiliati e i suoi agenti. La vera alternativa deve essere costruita con la
partecipazione e soprattutto con il rispetto dell’autentica natura dell’essere umano;
l’alternativa vera non può, per sua stessa definizione, essere ipocrita e
violenta come la massoneria, come oggi è il MoVimento 5 stelle!
Fino a ieri, quando bisognava
andare a votare, la maggior parte degli aventi diritto erano assillati dal
dubbio di scegliere se votare a destra o a sinistra. Ma oggi, che la politica italiana
è sotto attacco e sta per essere abbandonata dai suoi creatori ed effettivi beneficiari,
per questo sottoposta ad una forte critica mediatica e popolare, perché
ritenuta erroneamente l’unica e vera responsabile dell’attuale crisi economica
(la politica ha solo eseguito, ma chi come sempre ha tirato le file sono altri),
il dubbio degli elettori si è tramutato in: votare la politica o
l’antipolitica?
Il dilemma, ovviamente, è solo
apparente; oggi come ieri le alternative proposte al popolo ovino sono ben
controllate sin dalla fonte. La massoneria italiana non avrebbe mai lasciato il
magma dell’antipolitica nelle mani di qualche ingenuo idealista, pronto a far
scoppiare un casino che potrebbe minacciare l’ordine disumano. I massoni, da
buon architetti della società, hanno ormai da tempo pianificato tutto e
affidato a cinque loro fratelli il relativo progetto esecutivo. Questi, a loro
volta, hanno reclutato un grigio cespuglio a cui hanno affidato il compito di creare
e capeggiare un movimento che hanno chiamato cinque stelle (la stella a cinque
punte è un tipico simbolo massonico; e a questa gentaglia è sempre piaciuto
marcare, in un modo o nell’atro, le proprie creature). Ma questo sarà
l’argomento del prossimo articolo.
Quello che qui interessa, in
merito all’elezioni amministrative 2012 che vede coinvolti alcuni comuni della
nostra provincia, è evidenziare l’inutilità pratica dell’istituto del voto. Ciò
perché manca sempre una vera alternativa alla politica disumana espressa dai
vari schieramenti, che si presentano alle varie competizioni elettorali;
schieramenti divisi solo in apparenza, giusto per fornire una parvenza di
scelta all’elettore. Nei fatti, nella sostanza tutti gli schieramenti politici
fanno parte di un’unica grande categoria che è quella della politica disumana.
Rarissime sono state le liste elettorali che hanno tentato azioni umaniste, e
che per ovvi motivi hanno avuto sempre vita difficile ed un esito negativo,
perché il sistema elettorale e le norme deputate alla gestione degli enti
locali non consentono l’effettivo esercizio della libertà delle singole
comunità.
Evidenziato tutto ciò, si
invitano tutti i cittadini della nostra cara provincia, che saranno chiamati a
rinnovare i vari organi elettivi dei propri comuni, a non disertare le urne,
perchè bisogna andare a votare, anche se il voto è solo un dovere civico e non
un obbligo; solo che, invece di esprimere la preferenza per un candidato,
sarebbe meglio scrivere quanto segue:
IO NON PAGO PIU’ LE
TASSE!
Questo è un buon modo per
iniziare una protesta che potrebbe condurre finalmente la comunità irpina
all’inizio di una nuova era!
Come ogni buon progetto della
massoneria, anche quello dell’Unione Europea all’inizio è stato presentato, in
tutto e per tutto, per quello che non era. Hanno affermato che con l’avvento
dell’unione degli stati europei si sarebbe finalmente raggiunta la piena pace e
democrazia in un continente che è stato il principale scenario, negli ultimi
cento anni, di due guerre mondiali e dei delitti più atroci mai compiuti dal
genere disumano (anche se fin oggi sono stati accertati solo gli esecutori
materiali e non i reali mondanti e beneficiari di quei tragici eventi).
Hanno affermato che con l’UE ci
sarebbe stata maggiore giustizia, maggiore integrazione tra i popoli europei,
un’agricoltura biologica e sana, una moneta unica libera e forte, delle
istituzioni più efficienti, degli organi elettivi più democratici, maggiori
diritti per i cittadini europei e tante altre fesserie che dipingevano l’UE come
il paese dei balocchi!
Ma il tempo svela ogni ipocrisia.
I nefasti effetti delle politiche disumane dell’UE sono oggi davanti agli occhi
di tutti. Oggi l’UE è sinonimo di totale ingiustizia, con le sue politiche fomenta
l’odio tra i popoli europei; ha di fatto annientato l’agricoltura e gli
agricoltori europei; ha imposto una moneta che fa innalzare in maniera
drammatica il debito pubblico dei singoli stati, continuamente minacciati dal
fallimento economico; le sue istituzioni sono nelle mani di pochi gruppi di
potere; gli organi elettivi non esistono, massoni nominano altri massoni nelle
cariche più importanti, e se esistono non hanno nessun effettivo potere, vedi
parlamento europeo; le libertà individuali saranno praticamente annientate in
pochi anni, ed è prevista persino la pena di morte per chi fomenta, organizza e
partecipa alle sommosse popolari!
Ciò che oggi rammarica più di
tutto è la totale inerzia dei popoli europei. È iniziato l’ultimo capitolo del
progetto Gaia e i popoli europei, quello irpino compreso, finiranno col perdere
anche gli ultimi brandelli di libertà individuale, dato che le libertà sociali
sono da tempo totalmente soppresse, perché le istituzioni sono creature
generate e gestite dai massoni! E l’unica alternativa è un atto di ribellione
che deve assumere le forme del non pagamento delle tasse, l’istituzione di una
moneta di popolo e la costruzione di istituzioni sociali fondate sul rispetto
dell’autentica natura dell’essere umana.
Perché non c’è alternativa alla disumanità, oggi perpetrata
dai massoni, se non l’Umanità, se non la costituzione di una società fondata su
principi di Identità, di Solidarietà e di Libertà che siano veri, totalmente
autentici! Non c’è altra strada per sconfiggere la violenza e l’ipocrisia di
questa società disumana, se non con un collettivo atto di umanità e ottenere
finalmente Liberi popoli in Umana repubblica!
Quando si sente parlare di
brigantaggio si pensa a quanto accaduto nell’Italia meridionale dopo il 1861. In realtà questo
fenomeno sociale e politico ha origini molto antiche, già all’epoca dei romani
c’erano fenomeni che vedevano protagonisti i briganti, allora denominati sicari o latrones. Anche dopo la caduta dell’impero romano fino al Secondo
Dopoguerra, continui furono gli episodi di protesta sociale contro i dominatori
di turno.
Quindi, risulta essere
decisamente riduttivo definire il brigantaggio solo come una forma di
banditismo post unitario, ed in termini storiografici potrebbe avere una
portata molto più ampia se si considera il fenomeno in questione come una
particolare forma di protesta sociale contro il disumano ordine costituito, in
qualsiasi tempo e luogo.
Ciò premesso, in Irpinia il
fenomeno del brigantaggio inizia a manifestarsi proprio con l’affermarsi
dell’Impero romano. Dopo la sconfitta del popolo irpino gli episodi,
i tentativi di quest’ultimi di riprendersi la libertà furono innumerevoli e
particolarmente intensi. Ma quei primi atti di brigantaggio non ebbero un esito
positivo e rappresentarono l’inizio di una lunga storia fatta di molte lotte
sconosciute, che ebbero sempre l’obiettivo di opporsi alla povertà perpetrata
dal regnante di turno, anche se troppo spesso con esiti negativi.
Sicuramente, gli ultimi
fenomenici di brigantaggio di maggiore rilevanza furono proprio quelli avvenuti
nell’Italia post unitaria. Senza entrare nei dettagli degli innumerevoli
episodi avvenuti nella neo provincia del Regno sabaudo, a sua volta colonia
inglese, il brigantaggio di quel periodo continuò quella antica lotta di
libertà del popolo irpino.
Da molti anni, ormai veramente
troppi, non sono presenti più veri briganti, e molte meno sono le lotte, le
autentiche battaglie fatte in nome del riscatto dell’identità, della dignità
del popolo irpino. Oggi ci sarebbe veramente bisogno di
quella forza d'animo, di quel coraggio che è stato totalmente fiaccato da oltre un secolo di
compravendite e pseudo benessere; finto benessere che in questi ultimi anni si
mostra per quello che veramente è: volontà di affermare l’assoluta disumanità!
È auspicabile un ritorno di una
nuova ondata di brigantaggio, la diffusione di un rinnovato sentimento di
libertà, di umana giustizia proprio in questo periodo che il nuovo potere
disumano, incarnato soprattutto nelle istituzioni dell’Unione europea, sta
attentando agli ultimi scampoli di libertà del popolo irpino.
Dopo oltre un mese di indagini il
caso Claire Martin è ancora un enigma insoluto. Il giallo della donna di
origini inglesi, trovata morta con ben otto presunte coltellate (gli esperti parlano
di graffi) e un taglio netto alla carotide (questa vera causa del decesso),
davanti all’abitazione dei suoceri alla frazione Carpignano di Grottaminarda, è
sempre più complicato; non sono state sufficienti le perizie dei RIS, i
numerosi esami del cadavere, le analisi
sull’arma, nè tanto meno le indagini della Procura di Ariano Irpino, che hanno
passato ai raggi x tutta la vita della giovane madre.
Questa serie di fallimenti
investigativi, sommati alla volontà da parte della procura e dei media di far
passare il tutto come un suicidio (suicidio molto improbabile a detta degli
stessi esperti in criminologia), pongono le basi per l’ipotesi che quanto
accaduto possa essere stato un omicidio rituale. Questo tipo di delitto è quasi
sconosciuto agli atti dei nostri tribunali (perché spesso vede protagonisti
persone della stessa magistratura, o comunque c’è una magistratura complice che
protegge), ma è nei fatti una delle tipologie più frequenti, espressione più
intima della natura disumana che governa la nostra società.
Un mondo, quello dei delitti
rituali, estremamente complesso ricco di simbologie, di sottili tecniche di
manipolazione e che ha più fini, come quello di comunicare messaggi tra i gruppi
di potere, come quello di propiziarsi gli eventi, offrendo in sacrificio le
vittime designate, e che vede come principali esecutori gli agenti dei servizi,
addestrati molto bene ad eseguire tagli alla carotide.
È difficile, anche solo
accettare, che esista tutto un mondo fatto di torture, omicidi, pedofilia e che
questo coincida perfettamente con il mondo delle organizzazioni che governano
tutti i settori della struttura sociale, ma è un mondo che esiste, e non è il
frutto delle chiacchiere di quattro complottisti che amano fantasticare e
costruire teorie basate sul nulla.
Ci sono un’infinità di prove,
testimonianze, documenti, fatti che dimostrano l’esistenza delle pratiche di
chi aderisce alla disumanità. Una testimonianza attendibile può essere quella
fornita da Paolo Ferraro, importante magistrato romano, che dopo una serie di
indagini che lo condurranno a scoprire la verità sul delitto di Melania Rea,
sarà vittima di un serio tentativo di boicottaggio, a cui sembra essere
scampato anche grazie al fatto di essersi messo a parlare e a fare conferenze.
In merito si consiglia di visionate per intero il video di una sua ultima
conferenza presente alla base di questo articolo.
Paolo Ferraro ha maturato una
buona visione generale di come sia organizzato il potere disumano, apprezzabile
è il suo impegno sociale nel costruire un’alternativa, ma il suo apporto più
importante è costituito dalla sua esperienza personale, come magistrato
impegnato ad indagare le pratiche dei suoi colleghi e di apparati militari
protagonisti del satanismo romano.
È importante tener conto della
realtà effettiva in cui si è immersi, anche perché in Irpinia il clima sociale
è divenuto insopportabile. Pochi giorni fa ad Avellino c’è stato un altro suicidio
sospetto, con segni molto simili a quelli del caso Claire, con un altro taglio
alla gola inflitto ad una professoressa del capoluogo irpino.
Nelle due ultime settimane appena
trascorse in Irpinia, dal fronte delle più gravi emergenze sociali, si registrano
due tentati suicidi, due suicidi e una morte per possibile overdose.
Superfluo ricordare che il tutto
è avvenuto nella più totale normalità, fatti di ordinaria cronaca per la stampa
locale, eventi lontani dalle istituzioni impegnate in attività più “serie e
rilevanti”, disgrazie che i politici non considerano materia di loro
pertinenza.
Eppure basterebbe poco, sarebbe
sufficiente che ognuno facesse la propria parte per attuare un piano che sia
realmente rivolto alla risoluzione delle questioni sociali che tanto affliggono
la nostra provincia. Se ci fosse una volontà sociale, ancor prima che politica,
di affrontare la questione si troverebbe la strada per mobilitare tutte le
risorse necessarie e per reperire le figure professionali più adeguate presenti
in provincia, in modo da procedere alla costituzione di uno o più osservatori
sociali che delineino l’effettivo quadro della situazione e soprattutto i
provvedimenti che i vari apparati amministrativi, siano essi pubblici privati o
misti, devono attuare per l’effettiva soluzione della questione sociale irpina.
Ma altre sono le priorità, altri
gli obiettivi come l’intensificarsi dell’azione delle forze di polizia proprio
in occasione del cambio della guardia della prefettura avellinese, o peggio attuare
qualche retata per finire col denunciare qualche spacciatore, già ben noto alla
questura, solo in seguito all’ennesima vittima della droga.
Niente di nuovo, al clima di
normalità, si aggiunge la dovuta dose di ipocrisia, quest’ultima altro elemento
portante della nostra cara società, che puntualmente accresce la sua portata in
occasione di eventi tragici o per l’autocelebrazione delle proprie strutture
disumane.
Fa ancora più orrore pensare che
quanto accaduto è avvenuto in prossimità della Pasqua, ricorrenza religiosa che
estende il suo messaggio di pace e serenità anche al mondo civile.
E non si può fare altro che augurare, a tutti coloro che sono responsabili di
una struttura sociale votata al dolore e alla sofferenza, di trascorrere i prossimi
giorni di festa nelle medesime condizioni materiali e soprattutto morali delle
famiglie vittime dei casi sociali più gravi!
È più che doveroso fornire delle
precisazioni in merito alla notizia di quanto accaduto l’altro ieri presso la
sede Equitalia di Avellino. Quella che altro non è stata se non una
birichinata, è stata puntualmente forviata dalla stampa locale e riportata per
quella che non è. Un misero falò e un sasso gettato contro l’ingresso della locale
sede di Equitalia, per gli organi di informazione si è subito tramutato in un
grave atto vandalico, c’è persino chi ha osato impiegare il termine attentato,
ovviamente in maniera totalmente impropria.
Ciò è l’ennesima riprova che la
stampa ufficiale, quella locale inclusa, è totalmente assoggettata a delle
logiche estranee ai doveri d’informazione e rispettose solo delle direttive
provenienti dai vari gruppi di potere che passano lo stipendio a degli scribi
che hanno sempre lavorato sotto dettatura.
Ma questo tentativo, tanto goffo
quanto ridicolo, della stampa locale di legare quanto accaduto al caso Equitalia,
è il chiaro segnale che è in atto, da alcuni mesi a questa parte, un’azione
mediatica, e non solo, volta a far passar per vittima chi invece sta
letteralmente torturando migliaia di famiglie italiane.
L’ipotesi che le innumerevoli “bombe”
recapitate alle varie sedi di Equitalia abbiano il reale fine di minare la
protesta, più che giusta, dei comuni cittadini contro il Dobermann di Stato (KarlFriedrich Louis Dobermann
è stato ilcreatore
dell’omonima razza di cani che lo aiutavano nel suo lavoro di esattore) a molti
potrebbe sembrare una forzatura con un retrogusto complottistico. Ma sarebbe
più che sufficiente, come sempre, limitarsi a considerare i fatti e le
strategie dei servizi segreti, puntualmente impiegate in casi simili nell’arco
della storia del nostro Paese.
Bisognerebbe iniziare a porsi
delle domande, come: le tasse sono umanamente lecite? Le tasse avrebbero più un
senso, una funzione con un’organizzazione nazionale che ha piena sovranità
monetaria? Quindi, qual è la reale funzione delle tasse, in una società
disumana, se non quella di rubare ai poveracci, se non quella di sottomettere
le persone?
Quanto sta accadendo intorno ad
Equitalia è la dimostrazione più estrema, lampante ed inconfutabile che
l’istituto delle tasse non ha nessun senso se non quello di mantenere le
persone in un continuo stato di bisogno e di disperazione. Quindi, non è
semplicemente un diritto, ma un dovere esistenziale non pagare le tasse e
rivoltarsi contro tutto e tutti coloro che ne pretendono il pagamento come
Equitalia!
Ma in un regime sostanzialmente
usuraio popolato da un’infinita schiera di ovini, il vero delitto è anche solo scrivere
di diritti esistenziali! E dove l’unica cosa che conta è mettere alla gogna
chi sente, giustamente con i modi che ritiene più opportuni, di esprimere e sfogare la rabbia di una profonda iniquità
sociale!