La drammatica situazione in cui
versa la nostra provincia in questo periodo, conferisce maggiore risalto allo
stato di totale degrado dei servizi sociali irpini. Un ambito questo
caratterizzato sin dalle sue origini da specifici elementi quali: la
corruzione, gli abusi di potere, i favori e dalla totale incapacità dei
dirigenti e degli operatori impiegati nella varie strutture; perché la sua reale funzione non è stata e non
è, paradossalmente, quella di fornire un supporto a tutti coloro che hanno un
effettivo bisogna, ma invece è quella di contenere e aumentare lo stato di
necessità di tutti coloro che vivono un particolare disagio, in un sistema
sociale che è basato sostanzialmente sul principio dell’escludere e non
dell’includere.
Partendo dal quadro normativo che
disciplina le varie attività che rientrano nei cosiddetti servizi sociali,
dalla carta costituzionale fino alle ultime leggi approvate in materia, la
situazione sembrerebbe più che buona, ma la realtà nega integralmente quanto
previsto dalla legge. Principalmente sulla base della scusa della cronica
mancanza di denaro, la stragrande maggioranza degli interventi previsti dalla
legge non sono realizzati. E già il fatto che il famigerato “Stato sociale”
debba dipendere da un meccanismo economico monetario fondato sul debito e sull’interesse,
la dice tutta sull’effettivo boicottaggio sistemico dei servizi sociali. Ma al di là degli aspetti generali della
questione, quelli che fanno più orrore sono gli aspetti specifici con cui le
persone finiscono col rapportarsi quotidianamente, quando vivono determinati
tipi di problemi. In particolare ci si riferisce agli operatori e i dirigenti
che si permetto di speculare sulla disperazione chiedendo dei “regali” per
realizzare ciò per cui sono già pagati, e spesso anche più del dovuto data la loro
totale impreparazione; ci si riferisce alla qualità di quei pochi servizi
forniti, che mancano della giusta professionalità e motivazione; ci si
riferisce alla faziosità politica con cui sono pianificati ed implementati gli
interventi, quando determinati tipi di attività dovrebbero essere totalmente
svincolati dalle ideologie politiche. Certamente ci sono delle eccezioni, ma
queste rimangono tali in un quadro generale decisamente pessimo.
Da molti anni a questa parte un
ruolo rilevante in merito ai servizi sociali è svolto (a livello locale) dai
vari Piani di zona, i quali sono degli autentici carrozzoni politici, la cui portata
disumana non ha pari, il cui fine non è quello di fornire servizi ai bisognosi,
ma quello di sostenere i vari gruppi di potere locale che dispensano posti di
lavoro, favori ad amici e compari e contribuisco ad alimentare il ben noto
mercato elettorale. Anche solo dall’analisi dei fatti accaduti negli ultimi
mesi nella provincia irpina si può facilmente dedurre che la situazione è come
la si descrive e solo chi è direttamente coinvolto non ammetterebbe mai che nei
Piani di zona tutto si fa tranne che degli interventi di solidarietà:
spartizioni di poltrone, concorsi pilotati, fondi gestiti non per pagare i
servizi, ma per riempire le tasche di dirigenti assunti su diretta segnalazione
politica e tante altre belle cose che dirottano quei pochi denari ancora
disponibili a foraggiare la macchina della corruzione, invece di cercare
veramente di affrontare l’infinita serie di disagi presenti in provincia.

Hirpus
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